Il Laboratorio protagonista delle celebrazioni per i centocinquanta anni dell’Unità d’Italia.
E’ il motivo unificante del XIII ciclo di Incontri di Studio del 2011, aperti nella sede aulica della Provincia di Torino, a Palazzo Cisterna, dove il 16 marzo, Tiziana Carena e Francesco Ingravalle, moderati dal giornalista Marco Margrita ed alla presenza dell’Assessore Ugo Perone, hanno presentato il testo Gioberti Politico, frutto delle loro ricerche, per la realizzazione del quale Il Laboratorio ha svolto un ruolo di raccordo tra autori, editore ed ente pubblico.
Gioberti Politico si presenta con una veste estremamente curata, in cui trovano ampio spazio le riproduzioni dei testi originali del filosofo piemontese ed una selezione fotografica di suoi oggetti personali, capaci di arricchire l’essenziale ma esauriente narrazione storica.
Da essa Gioberti emerge come statista arguto e raffinato, tutt’altro che utopico o velleitario.
La sua idea federale d’Italia avrebbe probabilmente consentito una costruzione più equilibrata del nuovo Paese, fondandola su una solidarietà tra stati moderati e non su un’espansione traumatica di uno solo di essi a danno degli altri, evitando così squilibri e contraccolpi che favorirono, in definitiva, l’avvento della dittatura fascista.
In particolare, la sua linea, se non fosse stato sfiduciato come primo ministro di Carlo Alberto, avrebbe evitato la sconfitta di Novara, esito sciagurato di una ripresa troppo immediata del conflitto con l’Austria.
Se ad un certo punto della sua esistenza Gioberti raggiunse i vertici del governo sabaudo, non si può dimenticare il precedente, lungo esilio in Francia e Belgio.
Dunque, un personaggio di primissimo piano, dalle alterne fortune, il cui insegnamento è stato troppo spesso ridotto a bizzarra utopia dagli stereotipi e dalle semplificazioni.
Nullo di più falso: Gioberti univa un pensiero raffinato ad una capacità di azione concreta
Il libro di Carena ed Ingravalle lo dimostrano in maniera quanto mai efficace.