Dal cattolicesimo democratico a Renzi

0
775

L’agile libro Renzi e la classe dirigente, scritto e presentato da Giorgio Merlo in occasione del primo Incontro di Studio del 23 aprile 2015 , tenutosi presso la Camera di Commercio di Asti a sottolineare il motivo conduttore di questo …. ciclo di conferenze insito nel titolo Writers and Wine, ripropone il genere prediletto dall’autore, quello di un’analisi istantanea sui problemi oggetto del dibattito politico.

Il volume contiene vari spunti, alcuni dei quali tipici dell’analisi di Merlo, quali il rapporto tra militanza e classe dirigente politica piuttosto che la definizione della forma partito, altri caratteristici del momento in cui il libro è stato scritto e tra questi spicca la questione delle primarie del Partito Democratico, sempre in bilico tra momento di confronto ed occasione di contrapposizione interna, ma due sono le questioni che brillano per originalità.

La prima è quella che porta a considerare il Pd del dopo elezioni europee del 20… , giunto a conquistare il 40% dei consensi, come un partito nazionale, il cui ruolo supera ormai quello di formazione della sinistra erede e prosecutore della sinistra storica, ovvero della nota declinazione Pci-Pds-Ds.

Se questo è vero, e lo è già solo per la rilevanza del consenso ricevuto evidentemente da categorie e settori del paese non ascrivibili alla sola sinistra, i cattolici-democratici hanno all’interno del Pd un diritto di cittadinanza particolare, loro attribuibile non per una mera ragione correntizia, ma per il contributo che possono offrire nel definire una fisionomia riformista e programmatica al Partito Democratico.

E qui la considerazione, più specifica dell’intero libro e più tipica dell’autore, porta a definire i contorni di questo cattolicesimo-democratico come un’istanza non confessionale, ma come una visione, appunto, riformista e programmatica utile a definire l’insieme della proposta del Pd nella sua interezza.

Se questo disegno potrà avverarsi, in epoca di partiti leaderistici, molto dipende da Matteo Renzi, che è stato capace di condurre il partito fino al raggiungimento di questi lusinghieri risultati, ma che dovrà far superare al Pd inutili ritualismi e paralizzanti contrapposizioni interne.