Venerdì 16 marzo 2018, ore 18 via Carisio (Torino)
Sabato 17 marzo 2018, ore 10,30 Chieri
Quindici anni di politica economica dal 1978 al 1994, sono narrati ricordando alcuni passaggi determinanti per la vita del Paese, stretto tra le scelte europeiste e il percorso di risanamento finanziario. Una lettura che ripercorre un pezzo di storia della Democrazia Cristiana, prima della sua dissoluzione, dando voce ai suoi protagonisti, alle loro idee con le testimonianze e il racconto di alcune vicende. Non mancano giudizi severi su alcune scelte decisive. La ricostruzione poggia su una attenta lettura e analisi degli atti parlamentari, sui documenti e sui verbali del Gruppo parlamentare DC custoditi all’Istituto Luigi Sturzo, sugli articoli del quotidiano il Popolo. Si parte dall’entrata nello SME nel 1978 passando per l’Atto Unico Europeo del 1985, per arrivare a Maastricht nel 1992. Una costante rincorsa alla affermazione del sogno europeista degasperiano che finisce per diventare un dogma insuperabile e una gabbia che limita i movimenti, con il risultato che il Paese giunge complessivamente affaticato, impreparato, stremato, sia negli apparati amministrativi che nelle strutture produttive, al traguardo finale. Vengono ricordati alcuni passaggi cruciali: il piano triennale di Pandolfi, il contrasto al sistema delle indicizzazioni, il divorzio Tesoro-Banca d’Italia e i suoi effetti sul debito pubblico, le manovre di risanamento finanziario, le privatizzazioni, la fine dell’economia mista e il declino delle Partecipazioni Statali, la struttura delle piccole e medie imprese, il ruolo dell’impresa artigiana, la crisi fiscale, le conseguenze della caduta del Muro di Berlino, la nuova Europa, la globalizzazione e il modello produttivo del Paese.
Tutto inciderà pesantemente sul modello di sviluppo dell’economia italiana. Emerge un confronto culturale di altissimo livello, con una forte dialettica democratica dentro il partito della Democrazia Cristiana. La unità attraverso la mediazione diventa un valore insuperabile. Viene confutato il luogo comune ricorrente e infondato della Democrazia Cristiana “partito della spesa facile”. Una attenta valutazione dei dati offre nuovi spunti di riflessione sui risultati raggiunti. Sullo sfondo restano, senza sensi di colpa, l’orgoglio di una grande storia e i risultati di straordinari progressi economici e sociali: la più grande rivoluzione nella libertà e nella democrazia nella distribuzione del reddito fra gruppi sociali operata per merito prevalentemente della DC e dei suoi alleati di governo. Un grande traguardo che sarà raggiunto sulla spinta della prospettiva europea indicata da Alcide De Gasperi, ma l’Unione Europea diventerà diversa da quella sognata perchè ha smarrito i principi della solidarietà e della coesione sociale facendo prevalere il mercato sullo sviluppo armonico e l’accentramento sulla sussidiarietà.
E’ una operazione di “giustizia storica” che indica, ponendoli nella giusta luce, i veri protagonisti della politica economica italiana, nomi che non compaiono nei libri di storia, ma che sono ben presenti negli Atti parlamentari che fanno testo.